29.10.09

APPROVATO DDL SUL SISTEMA UNIVERSITARIO

Passato il disegno di legge in materia di organizzazione e qualità del sistema universitario, di personale accademico e di diritto allo studio

Ieri è stato dato il via libera al disegno di legge del ministro Maria Stella Gelmini. L'attuazione nelle singole università dovranno aver luogo entro 180 giorni, con una revisione degli statuti, dei Senati Accademici e dei Consiglio di amministrazione. Il disegno è suddiviso in tre titoli: Organizzazione del sistema universitario, Norme e delega legislativa in materia di qualità ed efficienza del sistema universitario, Norme in materia di personale accademico e riordino della disciplina concernente il reclutamento.
Il primo, dopo qualche luogo comune su principi ispiratori della riforma, incide subito i primi forti cambiamenti che esige, facendo sentire l'acquisizione di potere decisionale del consiglio di Amministrazione - il cui 40% sarà formato dal consiglieri esterni all'Ateneo - in termini finanziari e didattici e la composizione di un "collegio dei revisori dei conti" e un "nucleo di valutazione della didattica". Spiegate poi le linee da seguire per la modifica degli statuti, l'adozione di un codice etico nel risolvere situazioni di conflitto di interesse e il tempo limite per attuare tali nuovi statuti, al comma 9 dell'art. 2 si legge: "Tutti gli organi delle università decadono automaticamente a decorrere dalla data in cui sono costituiti gli organi previsti dal nuovo statuto, ad eccezione del rettore". Infine l'introduzione della possibilità di federazione o fusione tra due o più università chiude il primo titolo.
Il secondo istituisce in primis un fondo speciale, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, per gli studenti valutati da prove nazionali standard come meritevoli. Di tale fondo viene precisata subito la destinazione: copertura spese per gli studi e garanzia di prestiti d'onore. Le modalità di valutazione dei meriti e della concessione dei fondi vengono decise dal Ministero dell'istruzione, dell'Università e dellla Ricerca in concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze con propri decreti. La gestione del Fondo è invece delegata alla Consap s.p.a., la quale per tale lavoro pare sia pagata.. dal Fondo stesso (art.4 comma 5) - e il Fondo è un accumulo di "donazioni" da privati. L'articolo 5 concede una delega legislativa al Governo, che potrà adottare "uno o più decreti finalizzati a riformare il sistema universitario" entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge. La chiusura del secondo titolo è decretata dalla decisione di abbassare i crediti extrauniversitari da 60 a 12, con la precisazione di riconoscimento di crediti solo a singoli studenti, abolendo così qualsiasi valutazione collettiva.
Il terzo titolo, dopo una revisione dei settori scentifico-disciplinari, istituisce "l'abilitazione scientifica nazionale", che andrà ad attestare "la qualificazione scientifica che costituisce [...] requisito necessario per l'accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori". Seguono così indicazioni per il reclutamento e la progressione di carriera del personale accademico, per gli assegni di ricerca, per contratti circa l'attività di insegnamento e per l'introduzione dei "ricercatori a tempo determinato", i quali avranno contratti di un massimo di tre anni e rinnovabili una sola volta. È poi ripristinata la disciplina dei lettori di scambio, studenti stranieri incaricati annualmente alla "diffusione della lingua della cultura del Paese d'origine".
Tale disegno di legge sembra aprire diverse discussioni dal punto di vista organizzativo del sistema universitario italiano. Messo in relazione con la realtà veronese esso, nel tentativo di risolvere problemi come il nepotismo, la qualità della didattiva e lo spreco economico, rischia solo di portare alla deriva dinamiche ormai troppo incarnate nel sistema universitario, occultando forse le potenzialità di una gestione più locale.

ale,6

29.10.09

Giornata Nazionale d'Assedio al Governo

Repubblica delle Banane

Costituzione


1. L'Italia è una repubblica video-cratica fondata sullo sfruttamento del lavoro e sulla cassa integrazione (quando prevista). La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti prescritti dalle reti Mediaset.
2. La repubblica promuove la distruzione della cultura, della ricerca scientifica e tecnica, dell'educazione scolastica e universitaria, specialmente se pubblica.
La repubblica promuove l'ignoranza, il rincoglionimento mediatico e la fuga di cervelli.
3. Alcuni cittadini sono più uguali degli altri davanti alla legge. Se un parlamentare ha commesso un reato la legge va riformata.
4. Ciascun cittadino è tenuto a rubare in proporzione al suo reddito. La repubblica incoraggia l'evasione fiscale, il rientro della refurtiva e il riciclaggio di denaro sporco con appositi scudi.
5. La repubblica favorisce l'ingerenza della Chiesa cattolica specialmente in materia di etica personale. Il permesso di amare e di morire va chiesto direttamente a Dio (o al suo vice).
Le confessioni religiose diverse da quella cattolica non hanno diritto di esistere.
6. La repubblica prescrive che le donne siano private di dignità sociale, omologate, strumentalizzate e possibilmente a disposizione del capo del governo.
7. La repubblica condona l'abusivismo edilizio e patrocina le grandi opere della mafia, nell'ambizioso proposito di demolire il territorio e il patrimonio storico e artistico della nazione.
8. La dis-umanizzazione del clandestino, dell'immigrato, dello straniero avviene nella totale violazione del diritto internazionale. L'immigrato, in fuga dalla guerra e dalla miseria, ha diritto d'asilo temporaneo nei Centri di Identificazione ed Espulsione o ad essere lasciato morire nel mezzo del canale di Sicilia.
9. E' compito della Repubblica moltiplicare gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
10. La dignità sociale e la giustizia sono fortemente condizionate da qualsiasi distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

In piazza Castello ci sono molte biciclette. Ferme. Mentre si fissano due gazebo. Alcune persone sono chine su un generatore per l'impianto audio. Altri attaccano striscioni e cartelli. Gente, dai terrazzi oltre la strada, osserva il movimento della piazza. Nella piazza. Continua il transito dei veicoli a pochi metri dal pavimento in cui si incontrano gli assedianti. Si anima la giornata nazionale d'assedio al governo.
Qualcuno indossa a tracolla il megafono, microfono in mano, e si ascoltano i dieci punti della Costituzione (dettaglio foto2) della Repubblica delle Banane. Attraverso le voci delle persone nell'angolo di piazza Castello compaiono le iscrizioni dei collettivi di scienze e lingue (dettaglio di quest'ultimo in foto1), studenti indipendenti e laboratorio corsaro. Poi due bandiere NOTAV. L'impianto audio comincia a funzionare; si muovono gli striscioni appesi ai lampioni (ora accesi nel buio); le persone si fermano in cerchio, poi sciolgono gli incontri per poi riformarne altri pochi passi lontano; una voce dalle casse spande nella piazza il fatto dell'approvazione del consiglio dei ministri del ddl università. Gente, ancora, dai terrazzi oltre la strada, osserva il movimento della piazza. Nella piazza.
Due punti.
SAB31OTT. Fiaccolata NOTAV e Sondaggi da Condove a Sant'Antonino. Piazza del Municipio, 20:30.
MAR17NOV. Sciopero della Cultura. [Attendendo contagi]

29.10.09

Vedo non velo

Stato e chiese, due identità che dovrebbero viaggiare separate ma, le due strade finiscono sempre per incrociarsi, almeno nel nostro paese le cose vanno così.
Qualche settimana fa il Ministro delle Pari Oppurtunità Mara Carfagna era uscita con una dichiarazione passata un po' in sordina ma, visti poi gli sviluppi e la tematica sempre d'attualità, mi sembrava giusto rispolverare la notizia.
La Carfagna ha sostenuto che si impegnerà affinchè le ragazze e le donne di religione musulmana non portino più il burqa e o il niqab nei luoghi pubblici e in modo particolare nelle scuole. Personalmente, fermandomi a queste poche righe, speravo che l'intento fosse rivolto ad una futura laicizzazione delle scuole. Mai così poche parole alimentarono così grandi speranze, speranze destinate a dissolversi qualche rigo più avanti. Infatti l'iniziativa proposta dalla Ministra, è rivolta alla non "sottomissione della donna" in quanto la Carfagna vede nel burqa e nel niqab un "ostacolo a una vera politica di integrazione".
Era troppo ottimistica la mia idea di vedere in questa propsta della Carfagna di una laicizzazione dello Stato, a cominciare dalle scuole, sul modello francese. Ma la mia è una visione troppo utopistica, finchè ci sarà il Vaticano e il Papa sul suolo italiano non si potrà mai ottenere uno Stato laico. Con la sempre crescente ondata di immigrati in Italia ci sarà sempre un conflitto tra le persone di diversa religione. Il fatto poi che il Presidente della Camera Gianfranco Fini abbia proposto un'ora di religione musulmana nella scuole, se attuato, crea un precedente ingombrante. Questo provvedimento, "Dio" non voglia, potrebbe portare altre persone a chiedere la propria ora di religione con conseguente ricerca di personale specializzato nell'insegnamento della nuova materia. E i tagli previsti dalla riforma e l'insegnante prevalente?

matte

29.10.09

Patologia giudiziaria 3

Di fronte all'uso compulsivo di alcune parole ricorrenti nel linguaggio politico, quel che più preme non è tanto capire cosa esse stanno a significare, ma riconoscere come funzionano e quale operatore mettono in atto. Più si guarda una parola da vicino, e più essa ci indica lontano, nel punto in cui imprime una forza. Sia dunque l'utilizzo, più volte sperimentato da parte di Berlusconi, della parola "comunista". Essa non sta solo ad indicare la presunta incompatibilità di una carica politica con una posizione altrettanto politica: l'operazione che l'attributo compie nel sintagma "giudice comunista" non è di semplice denuncia, quanto di effettiva svalutazione del primo termine a vantaggio del secondo. In questo rovesciamento, con cui l'attributo divora senza resti il proprio sostantivo, "giudice" non è che un banale travestimento della vera essenza del male, l'essere appunto "comunista". Per riprendere una dichiarazione dello stesso premier, la qualifica di "comunista" associa così il suo portatore, tanto puntualmente quanto inequivocabilmente, alle cosiddette "forze del male". Ora, che Berlusconi abbia fatto della lotta al nemico rosso una sorta di manifesto è cosa da tempo risaputa. Meno noto è il diretto corollario a questa operazione di squalifica (in senso agonistico): nel lessico politico-funzionale di Berlusconi, "comunista" non è il nemico, non l'opposizione né tanto meno l'alternativa, ma il crimine incarnato e il male assoluto (pericoloso paragone con l'amministrazione Bush e l'utilizzo di operatori quali "asse del male" e "stato canaglia"). E di fronte al crimine, di fronte al male fattosi persona, non c'è più nulla che venga risparmiato, non vi è più mezzo che sia riconoscibile come illegittimo per perseguire la vittoria. Alcuni decenni fa Carl Schmitt poteva dunque scrivere: "Quando però si passa a considerare il nemico che si combatte un vero e proprio criminale, quando la guerra diventa per esempio come una guerra civile tra nemici di classe, il suo scopo primario è l'annientamento del governo dello Stato nemico [...]. E' questa la logica di una guerra per una justa causa senza il riconoscimento di un justus hostis".

marco

27.10.09

FUOCO E PESTAGGI IN VIA CORELLI

Lo scritto che segue è del 25 Ottobre 2009 in Macerie e Storie di Torino

Questa settimana dentro al Cie di via Corelli è scoppiata un’epidemia di influenza, ovviamente aggravata dalla pietosa condizione igienica e sanitaria nella quale sono costretti a vivere i prigionieri. Alcuni di loro, costretti a letto dalla febbre alta, hanno dovuto essere trasportati in infermeria a braccio dai propri compagni visto il rifiuto netto dei medici della Croce Rossa di entrare nelle gabbie. Le cure, come al solito, sono superficiali e per protestare già da venerdì 28 prigionieri hanno indetto uno sciopero della fame. Sei di loro, che evidentemente rompevano troppo le scatole, sono stati picchiati dalla polizia mentre la Croce Rossa ha continuato a minimizzare, somministrando un po’ di tachipirina, un po’ bicarbonato per fare gargarismi e molti psicofarmaci.

Il nervosismo dentro alle gabbie è salito ulteriormente sabato mattina quando è arrivata la notizia che tre dei prigionieri del Centro - un marocchino e due tunisini - erano stati deportati in… Algeria! E così ieri sera la disperazione ha preso il sopravvento. Prima solo uno, poi anche altri quattro prigionieri della sezione hanno cominciato a tagliarsi, nella speranza di essere portati al Pronto soccorso per ricevere le cure necessarie; si sono tagliati il petto, le braccia, uno è arrivato a incidersi un taglio sul collo… I crocerossini, però, non hanno mosso un dito fino al pomeriggio di oggi quando, dopo essersi accorti che i reclusi sono in contatto costante con l’esterno, hanno mandano un infermiere dentro alle gabbie per medicare le ferite più profonde. Poco dopo alcuni poliziotti entrano nelle camerate consigliando ai presenti di smetterla di lamentarsi e minacciando ritorsioni: i prigionieri a questo punto scoppiano davvero e in due sezioni portano fuori dalle celle i materassi e li incendiano. La polizia entra nelle gabbie con i manganelli e spegne i fuochi, tre reclusi vengono portati dall’ispettore capo del Centro ed uno torna nelle camerate con sul viso i segni degli schiaffi e delle percosse.

In serata sono solo in tre a proseguire lo sciopero della fame e la polizia presidia i corridoi. In più è tutto il giorno che i riscaldamenti sono spenti. Questo è il numero del centralino di Corelli 02 70001950. Telefonate per fare pressione perché i reclusi feriti e malati vengano portati in ospedale e perché il riscaldamento venga immediatamente riacceso.

Aggiornamento 26 ottobre. Al risveglio i tre reclusi ancora in sciopero vengono convocati dall’Ufficio immigrazione del Centro e viene garantito loro che saranno curati e che i sanitari ricominceranno a dar loro i farmaci non appena riprenderanno a mangiare. Intorno a mezzogiorno, però, ritorna il fuoco nel Centro: è un prigioniero che, dopo aver parlato con il proprio Console, brucia dei materassi per protesta.

27.10.09

Dando "Voce al Silenzio": Rigurgito KKK



Il testo che segue è una traduzione della pagina
Our Goal del sito kkk.bz.

Il tempo in cui viviamo è molto eccitante; chiunque ne sia d'accordo dovrebbe sentirsi fiero di associarsi o sostenere questo movimento spontaneo per riavere l'America. Il Knights Party sarà, negli anni a venire, riconosciuto dagli americani come il Movimento dei Diritti dei Bianchi!

Ovunque essi vivano; qualunque il loro credo religioso; qualunque la loro presente organizzazione politica o fraterna; ognuno dovrebbe sostenere il Knights Party come il PARTITO politico del futuro e la Ultima Speranza per l'America.

Il Knights Party, riconoscendo che per raggiungere una reale sicurezza per la (nostra) gente debba ottenere il potere politico statunitense:

A.Diverrà leader del movimento razziale Bianco
Attraverso una forte ed organizzata dimostrazione di leadership
Attraverso l'addestramento ed uso di qualificati media di rappresentazione
Attraverso lo sforzo concertato di tutti i Klansmen e Klanswomen nel seguire attentamente istruzioni, suggerimenti e linee guida (così come programmate dal comando generale) per ottenere il MEGLIO

B.Si batterà per divenire la forza guida e rappresentativa alle spalle della Comunità Bianca
Attreverso un uso aggressivo di pubblicità televisiva, radio e stampa
Attraverso un enorme piano nazionale di letteratura con cui raggiungere milioni di persone
Con una rottura legale del muro liberale che circonda le scuole ed università americane - per raggiungere ed istruire gli studenti nel riassesto delle loro scuole
Attraverso l'effettivo utilizzo di progetti per assistere nella ri-educazione le forze dell'ordine ed il personale dell'istruzione. Questi due gruppi, molto importanti, devono cambiare lato della storia; invece di ricevere continue informazioni da organizzazioni come ADL (Anti-Defamation League), NAACP (National Association for the Advancement of Colored People), ACLU (American Civil Liberties Union)
C.Organizzare e dirigere i bianchi verso un livello di attivismo necessario alla vittoria politica
Attraverso l'organizzazione ed il mantenimento di forti unità locali
Attraverso audaci campagne pubbliche focalizzate in due idee principali:
- Cristiani bianchi sono stati traditi dai leader politici, economici, religiosi e dell'istruzione
- Il Knights Party è l'ultima speranza per l'America.

22.10.09

Le Scarpe dei Suicidi

Questo POST vorrebbe essere un tentativo di percorso in alcuni spazi di Torino. Torino come spazi-o. Lo SQUAT a Torino.
Questo POST nasce da un pensiero unilaterale, solitario, una sera, questa sera di pubblicazione.
Questo pensiero forse non arriverà ad incontrare le persone in questi spazi, esposto com'è nell'essere incarnato in un vivente intimidito, timido ed incerto quale sono.
Questo è un tentativo.

Ciò che segue è il foglio d'inizio del libro Le Scarpe dei Suicidi.

La diffusione elettronica e cartacea di questo libro è gradita e vivamente consigliata.

Il 5 marzo 1998 a Torino sono stati arrestati tre anarchici che abitavano la Casa di Collegno. Lo squat viene chiuso dalle autorità. Contemporaneamente vengono attaccate altre due case occupate: l’Asilo è sgomberato mentre all’Alcova l’operazione non riesce.

Edoardo Massari (Baleno) Maria Soledad Rosas (Sole) e Silvano Pelissero sono accusati dal PM Maurizio Laudi di essere gli autori di alcuni attentati, avvenuti in Val Susa, contro i primi cantieri del Treno ad Alta Velocità.
I tre arrestati si dichiarano estranei alle accuse avanzate nei loro confronti.
Immediatamente nasce un vasto movimento di protesta contro la montatura di giudici Ros e Digos, che si estende anche in altre città. Decine e decine di persone vengono intimidite, pestate, inquisite, denunciate, processate e condannate.
Televisioni e giornali, di destra e di sinistra, - in servile ossequio al potere - scatenano una canea mediatica volta alla criminalizzazione dei posti occupati torinesi e degli occupanti. Gli squatter diventano il nuovo mostro da debellare.
Il 28 dello stesso mese Edoardo Massari muore impiccato nel carcere delle Vallette.
L’11 luglio successivo muore nell’identico modo anche Soledad Rosas, lei pure in stato di detenzione.
Nel gennaio 1999 Silvano, unico sopravvissuto all’inchiesta di Laudi, è condannato a 6 anni e 10 mesi dal giudice Franco Giordana. Verrà liberato solo nel marzo 2002 dopo quattro anni di detenzione, in seguito alla sentenza della corte di cassazione che riconoscerà l’inconsistenza delle prove relative all’associazione eversiva (art. 270 bis).
Ora che gli abitanti della Val Susa sono “avvisati”, decolla il progetto del treno veloce. A contrastare i programmi ultramiliardari e altamente nocivi del potere, sono solo i pazzi ed i sovversivi. E finiscono male.
Seppelliti i morti, gli Assassini - premiati dallo Stato - vorrebbero dimenticare…

20.10.09

A both & a mignot

Al mondo c’è chi vince un Premio Nobel talmente a caso da restare addirittura stupito del proprio riconoscimento e, c’è chi si candida a ricevere lo stesso premio ma, magari già sicuro di non riceverlo si consola andando ad escort. Le due persone in questione son ovviamente il presidente Usa Obama e il nostro premier Berlusconi. Il primo si è detto sorpreso dell’assegnazione del Nobel per la pace visto che non pensa di non esserselo ancora meritato. Su questo siam tutti d’accordo con lui visto che, dei cinquecento punti della sua campagna elettorale per il momento ne ha mantenuti solo una quarantina. Diamoli tempo però non ha firmato nessun contratto da rispettare con i suoi elettori. Sinceramente è la prima volta che vedo l’assegnazione di un premio non per merito ma, per l’intenzione di fare un qualcosa. Un brutto esempio visto che il caso potrebbe generare emulatori di Obama, il che porterebbe molti personaggi a dichiarare, per lo più frasi di circostanza, in modo tale da ingraziarsi i giudici e sperare di poter vincere un ambito premio. La sensazione è che i giudici abbiano voluto conferire questa onorificenza ad Obama più perché fa "moda" ultimamente appoggiare il presidente Usa piuttosto che cercare qualcun altro magari più meritevole, tant’è che oramai è andata così e nessuno ha lanciato allo scandalo visto appunto la “moda”Obama. Il punto è che se anche la persona in questione dichiara di non meritarsi tale premio magari, avrebbe fatto più bella figura a non accettarlo sperando di vincerlo in un secondo tempo e per qualcosa che ha fatto realmente, non per le sue dichiarazioni. Consoliamoci per l'intenzione di Barack di devolvere il premio in denaro in beneficenza. Il grande sconfitto in tutta questa vicenda è Silvio Berlusconi il quale sperava vivamente di vincere il premio poi andato ad Obama, grazie anche ad una notevole campagna pubblicitaria ma, probabilmente le sue scapattelle hanno rovinato la sua immaggine anche se lui ha seguito e segue alla lettera il detto non fate la guerra ma, fate l'amore. Sarà per l'anno prossimo Silvio.

Matte

16.10.09

Camminare a Torino

PROBLEMA REALE.

Camminare a Torino. Venerdì 16 ottobre. Il mattino.
Piazza Arbarello - Corso Giacomo Matteotti. Attraverso, nascosti dagli striscioni appesi alle persone in movimento i passi degli studenti seguono il piccolo camioncino in testa. Nella musica si percorre corso Galileo Ferraris. Devono essere le dieci circa del mattino. Il sole tagliente negli interstizi vuoti degli edifici intervalla la piacevole esposizione al caldo con l'ombra autunnale. Qualche persona nelle minuscole terrazze e finestre sui palazzi più in alto.
Il passo è sempre dritto. Il corso è lungo e non ha deviazioni. A dividere i due sensi di marcia della carreggiata: alberi.
Qualche minuto e la rettilinea avanzata degli studenti, il corteo, svolta a sinistra in corso Giacomo Matteotti. Un muro a sinistra. Una scritta:
ESERCITO ITALIANO
SCUOLA DI APPLICAZIONE
E ISTITUTO DI STUDI MILITARI

Ha inizio il lancio di vernice rossa. Il muro si macchia ed appare una chiazza rossa poco sopra la parola ESERCITO, qualche parola vola più alta dal camioncino di testa.
Via Pietro Micca, 20. MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) Direzione Generale Piemonte. La strada è una diagonale che taglia i quadrati urbani torinesi verso piazza Castello. La capienza del percorso restringe. Qualcuno si sgancia dal flusso di movimento e svuota un secchio d'acqua al portone di via Micca 20.
Via Po, 17. Da piazza Castello arriva ancora qualche piccolo pezzo di carta bruciato, trasportato. Il DDL Aprea, travestito da feticcio brucia, mentre uova vengono lanciate al Rettorato. (Mi stupisco seriamente della capacità di tiro dei tiratori). Poi qualcosa è lanciato alla finestra sopra i portici di via Po, si spacca un angolo del vetro. La facciata è macchiata di giallo mentre qualcuno dall'interno del palazzo accosta gli alti battenti bianchi. Ci si muove verso il Po e piazza Vittorio Veneto.
Scivolano via Vanchiglia e corso San Maurizio, fino a via san Ottavio e Palazzo Nuovo (sede delle facoltà umanistiche di Torino).
Il PROBLEMA REALE. Qualcuno entra nell'atrio di Palazzo Nuovo, poi oltre le scale, la sale lauree. Qui si appendono gli striscioni. Tentativo di dibattito. Il centro dell'arrivo alla sala è quello che riguarda la cancellazione degli spazi esami (la prolissità di termini sembra imporre un'espressione qui generica) di novembre ed aprile. Poi il discorso si centralizza nel PROBLEMA REALE. Ossia il particolare, concreto (reale appunto) nucleo di disagio che legittimerebbe - solo nel caso della sua sussistenza - una azione di protesta. La questione qui è valutare (il dibattito si è snodato tra occupanti della sala e due docenti) se sia possiblie affiancare: 1) Il disagio dell'eliminazione degli esami di novembre ed aprile, 2) il PROBLEMA REALE (così come è stato coniato da uno dei due docenti intervenuti).

Il doppio movimento che si produce con il
PROBLEMA REALE è quello di un allargamento della giuntura Malessere-Politica. Si apre lo spazio dell'impasse: 1) il malessere condiviso, politico, è spinto nel terreno dell'astratto e del non fattibile; gli esami di novembre-aprile non sono affrontabili come terreno di protesta collettiva; il malessere è congelato; 2) in luogo del direttamente politico, il malessere congelato, subentra il PROBLEMA REALE in quanto fondamentalmente privato; indivuduale; il reale diviene un caso del particolare e non-collettivizzabile; ognuno con il suo, ognuno solo con il suo.
E3gr1h/u

13.10.09

MIUR viola la costituzione

Gelmini: «A breve nuovo taglio di capelli», Maroni: «Fremo»

Sul sito dell'ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti E Formatori) si legge: «Accolta l'ottemperanza voluta dall'ANIEF. Entro 30 giorni i ricorrenti - insegnanti e formatori precari - entrano a pettine secondo il proprio punteggio - e non in coda come il Ministro Mariastella Gelmini voleva. MIUR - Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - condannato alle spese per elusione dell'ordinanza cautelare e violazione della Costituzione».
La legge non è altro che parola scritta, vuota, immobile, impotente. L'unica possibilità che essa ha di esercitare il potere non può che partire dalle labbra di un giudice. È ormai quasi banale dire che i tribunali sono luoghi di effettivo esercizio della legge. Da qui l'importanza, l'attenzione che dovrebbe avere ogni sentenza, in quanto costruzione, ristrutturazione e/o affermazione di democrazia - dietro la maschera di politici, uno stato è sempre retto dal sistema giuridico. Ora rileggiamo le ultime parole: «violazione della Costituzione». «Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca».

Sempre sul sito dell'ANIEF vien riportata anche una parte della sentenza: «Considerato che l'istanza per esecuzione di ordinanza cautelare appare fondata sotto il dedotto profilo dello sviamento di potere per elusione della misura cautelare accordata dalla Sezione con decisione cautelare n. 2573/2009;
Atteso infatti che, in applicazione dei principi costituzionali di effettività della tutela giurisdizionale affermati dagli artt. 24 e 113 della Costituzione, l'amministrazione scolastica era (ed è) tenuta a dare tempestiva e puntuale esecuzione alla precitata decisione cautelare, anche nella considerazione che il gravame interposto dall'amministrazione medesima su analoghe decisioni cautelari emesse dalla Sezione è stato disatteso dal giudice d'appello (cfr. ordd.ze CdS, VI, nn. 4769, 4736, 1525 e 1524 del 2009);
Considerato, alla stregua di quanto precede, che tutte le attività poste successivamente all'adozione della misura cautelare, in quanto poste in dichiarata violazione di quest'ultima, devono ritenersi tamquam non essent - come se non fosse stato;
Considerato che l'inesistenza di dette attività includono in primis la nota prot. n. A00 DGEPER.09/10171/B/2 del 7 luglio 2009 diretta agli Uffici Scolastici regionali e periferici, con la quale il MIUR sostanzialmente invita questi ultimi a non ottemperare al provvedimento giudiziale, e in secundis, in via mediata, le graduatorie predisposte dagli Uffici in base ai criteri elusivi rivenienti dall'anzidetta nota ministeriale;
Considerato che il comportamento processuale del Ministero resistente giustifica la condanna di quest'ultimo al pagamento delle spese di lite, limitatamente a questa fase dei giudizio, nella misura indicata in dispositivo».
E infine il TAR dispone i seguenti punti:

«a.- assegna il termine di gg. 30 (trenta), decorrente dalla comunicazione e/o notificazione della presente decisione, entro il quale l'amministrazione soccombente dovrà dare puntuale esecuzione all'ordinanza medesima mediante istruzioni agli uffici scolastici periferici di disporre l'inserimento "a pettine" dei ricorrenti nelle graduatorie provinciali di cui all'art. 1, art.11, del d.m. n. 42 dell'8 aprile 2009, inserendoli nella fascia d'appartenenza e con il punteggio acquisito e aggiornato nella graduatoria provinciale di attuale iscrizione;

b.- in caso di non ottemperanza alla esecuzione della presente ordinanza collegiale, nomina sin da ora un commissario ad actus nella persona del dr. Luciano Cannerozzi de Grazia, dirigente generale della Funzione Pubblica, il quale - decorso vanamente l'indicato termine di trenta giorni - provvederà in via sostituiva ad adempiere al dictum giudiziale secondo le modalità enunciate al precedente p. a.-, predisponendo in proposito apposita relazione sulle attività svolte in esecuzione dell'incarico, anche ai fini della liquidazione del compenso che gli verrà corrisposto e che graverà sul bilancio dell'amministrazione inadempiente;

c.- condanna quest'ultima al pagamento in favore dei ricorrenti delle spese di questa fase cautelare, che vengono liquidate in complessive euro 5.000,00 (euro cinquemila/00) oltre IVA e CPA come per legge.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.»

Ma questo non è l'unico ricorso fatto dall'ANIEF; si attendono le udienze dei rimanenti, rallentati dalla calendarizzazione dettata dal TAR del Lazio. «Pertanto l'ANIEF continua con decisione l'organizzazione della Manifestazione del 20 ottobre a Roma, Largo Bernardino da Feltre, nei pressi del MIUR, (bus gratuiti per raggiungere la capitale) mentre dal 19 ottobre il D.L. salva-precari sarà discusso in aula insieme agli eventuali emendamenti del Governo e dei Deputati, prima della probabile questione di fiducia. Il destino di migliaia di precari si giocherà in quei pochi due/tre giorni. Il MIUR vorrebbe mettere un bavaglio ai giudici, ma dovrà ascoltare la voce della piazza». E sul fondo le parole forti dell'associazione: «La giustizia ancora vige nei tribunali, speriamo che il Parlamento non intervenga perché, altrimenti, dovrà intervenire il giudice delle leggi, la corte costituzionale per mettere la parola fine.»

Phlavio To. C.

----------------------------------------------------------
Niente paura: c'è la palestra della democrazia!

13.10.09

Ordine



"Deposti sulle ingiallite pagine dei volumi, i segni del linguaggio non hanno più come valore che la tenue finzione di ciò che rappresentano."
La struttura positiva che si sovrappone al linguaggio sembra essere del significato/significante, nel passaggio della rappresentazione. Si inscrivono due idee della cosa di cui si parla. l'idea della cosa che rappresenta. L'idea della cosa rappresentata. Doppia rappresentanza. Forse un gioco di rimando in cui si perde il linguaggio come cosa, cosa parlante, linguistica.
Il momento della rottura quindi come sfondamento della rappresentanza? Via di fuga nella cerniera tra significato e significante?
Cosa significo nell'atto dell'investimento di questa parola? Quale referente?
Pensare ad un muro dipinto di bianco. Lo sguardo può scivolare lungo l'intera parete liscia. Fino ad incontrare ad una incisione tracciata. Scritta. Fisica. Ora, se quell'inciampo allo scorrere dello sguardo è una sequenza di caratteri, sillabe, lettere. Se però non c'è significato.

E allora,

Se in una pagina ingiallita e rotta dalla pioggia, scivola la macchia muta di una incisione anonima. Se l'inchiostro grigio di una detenzione scritta sul muro. Immaginare le pietre verdi, umide di saliva, quelle che un'ombra indistinta sporca di scritte nere. Traccia di vernice sugli strati già decisi dall'ombra.


Allora,

Siedi accanto nel vetro
deposita il vino
già vecchio già morto due volte è veleno
Esco di casa nell'ora violenta
Ho due piedi due calze due scarpe
una testa.
Lasciateci entrare nei CIE