Stavano davanti alla mia finestra. Tre sagome, nere. La luce alle spalle, negli appartamenti, tracciava i contorni del nero di cui erano fatti i loro corpi. Ombre. Due stavano sotto, le mani protese. Un individuo era invece sospeso un paio di metri sopra. Un'altra stanza. Un'altra luce. D'improvviso la finestra di sopra perse l'illuminazione. Non so come udivo il suono dell'orologio. Poi la luce viene accesa, la stanza dell'individuo è visibile. Il suono dell'orologio continua, e dietro l'incavo della finestra, sono ora due le figure nere che si ergono in piedi. Dritte ed immobili, sento una voce: "il lampione brucia di notte". Non ho il coraggio di abbassare lo sguardo sulla finestra di sotto. (continua)
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