
Il movimento poliziesco muove dalle carceri agli ospedali, nelle strade delle città e nelle stanze private dalla televisione familiare, nelle redazioni dei giornali e nelle università. Telecamere anche negli incroci di Tehran.
Identificare, individualizzare, isolare i corpi che agitano 'il movimento verde' dal 12 giugno, i brogli elettorali, la presidenza Ahmadinejad.
'R. è stato arrestato la scorsa notte in Tehran; non sono sicuro di dove e perché. Ho ricevuto una chiamata dal suo telefono; era la polizia che voleva ch'io confermassi loro alcuni dettagli. Ho dovuto dire loro per quanto tempo abbiamo vissuto [qui]; come ci incontrammo; cosa, lui ed io, facciamo di lavoro; dove lavoro; la mia nazionalità; qualcosa sulla sua famiglia e dove io vivo.' [Scritti Residenti-Pagina/13 17giugno]
Cancellare, a-nonimare, uccidere le vittime della repressione. Non solo nei camion che trascinano lontano i morti nell'ospedale "Rasul Akram". I rinchiusi nella prigione Evin, nelle sicure della polizia, nelle altre strutture carcerarie del paese. Scomparire di persone. Nell'anonimato collettivo e molteplice delle strade in protesta, l'intervento poliziesco individua per poi annullare.
[In http://shooresh1917.blogspot.com, un tentativo di lista delle vittime della repressione.]
In Parkway suonano i clacson delle automobili. Si forma una catena umana. Non c'è silenzio. Ognuno grida. Nel buio, dai tetti delle case, si alzano le urla: 'Dio è grande'. Persone si nascondono negli angoli delle strade per raccontare in Internet ciò che accade. 'Oggi ho cambiato il mio nome. [online]' (Scritti Residenti-Pagina/13 17giugno); 'Notizia importante: PersianKiwi non è stato arrestato, ma non ha accesso ad Internet.'
(Right Now at Tehran-Pagina/13 30giugno).
Si muovono i capitali iraniani, escono dal paese nel mese di giugno. Il marchio Iran è ammorbato dalla rivolta, ma la condanna internazionale si mantiene cauta nel mese di luglio. Nel mercato globale arrivano notizie di scontri e violenze, dall'Iran. Episodi. Condannare episodi, dai banchi del commercio deve essere ancora saltuario, non programmatico. Un programma di condanna all'Iran, significa compromettere lo scambio con quel marchio. Intanto, 'La gente ha cominciato a scarabocchiare slogan sulle banconote. Ieri, in un biglietto, qualcuno aveva scritto "Dov'è il mio voto?"'
(Where there strikes in Tehran yesterday?-pagina/13 27giugno).
Eccezione giustificata: l'Italia.
Ansa, 10 luglio 2009, ore 12.16: "L'AQUILA, 10 LUG - "L'Iran 'condanna l'uso della forza da parte della polizia italiana per reprimere le manifestazioni degli oppositori.'' In Italia si ritorna a parlare di Iran. La teocrazia iraniana è accusata delle violenze commesse fino a quel preciso giorno (10 luglio). Televisione e giornali [italiani] registrano e rispondono il rigurgito d'offesa italiano. Marchio [italiano] violato, è giustificata la condanna all'Iran.
Dopo, silenzio e Marca.
Rughe
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