6.5.13

Un eunuco

 Alla tavola erano seduti in quattro. Uno, che sembrava il padrone di casa, era vestito di nero. Al suo fianco, altrettanto elegante, figurava un omuncolo in abito bianco. Dall’altro lato un tipo più giovane e ricoperto di panni dorati. Davanti a loro, quasi in disparte, un tizio completamente nudo.

“Beh, ci siamo tutti”, cominciò l’uomo in nero rompendo gli indugi.

“Si può cominciare” gli fece eco quello vestito di bianco, sorridendo.

“Stasera dovremo operare scelte importanti” si sentì dalla giacca tutta d’oro.

Il quarto uomo, si limitò ad annuire.

“Per il bene del Paese è giusto che facciamo dei tagli” continuò il padrone di casa.

“La crisi economica ci sta strozzando” fece il signore in bianco.

“Necessario fare qualche sacrificio” chiosò quello vestito in oro.

Il quarto, sempre nudo, annuì nuovamente. Stavolta abbassando leggermente il capo, in modo da celare un robusto sorso di saliva che deglutì amaramente e una mezza smorfia attraversò le strisce pedonali del suo viso.

Il discorso fu subito preso in mano dall’uomo vestito di nero. “Beh, certo, noi quattro siamo in questo Paese da centinaia di anni ed è giusto che siamo noi ad agire responsabilmente per tutti. Io sono Politica. Capisco: l’Italia non è certo famosa per la propria politica integerrima. Negli ultimi cento anni abbiamo avuto il fascismo, poi una prima repubblica che si è conclusa con valanghe di arresti e una seconda stagione che, fino a oggi, ha portato ancora disonestà e furberie e poi ancora arresti. Certo, gli altri Paesi non è che guardino me, Politica, con ammirazione. Però, mi sembra chiaro, non possiamo tagliare proprio me, sarebbe come gambizzare la patria, l’Italia ha bisogno di politica”.

“Giusto” confermò quello vestito di bianco.

“Naturale” ribadì quello d’oro.

“Non vedo alternativa” aggiunse l’oratore.

Poi tutti e tre si compiacquero dell’annuire del quarto invitato, prima che la parola passasse all’uomo dai panni candidi.

“Io sono Religione. Beh, io sono per forza di cose esente da tale provvedimento. Certo, anche per quanto mi riguarda, non sempre sono stato proprio d’esempio. Duemila anni di guerre sante non si possono cancellare e forse di gente che crede veramente nel messaggio che dovrei dare ce n’è veramente poca. Mi sembra lampante che non tutti i cittadini guardino me, Religione, con ammirazione. Però in fondo abbiamo eletto da pochi anni un nuovo Papa e mi sembra giusto che agisca indisturbato. Tagliare me sarebbe come mozzare le braccia al Paese, l’Italia ha bisogno di religione”.

“Per forza” commentò l’uomo di casa.

“Ci mancherebbe” disse quello vestito d’oro.

“Senza ombra di dubbio” si sentì di chiudere prima di cedere la parola, sistemandosi gli abiti bianchi.

Ancora tutti e tre aspettarono un cenno di intesa dell’uomo svestito, sorrisero e passarono le redini a quello che portava abiti dorati.

“Io sono Finanza. Beh, se vogliamo uscire dalla crisi, non sarò certo io a dover essere tagliato. Io, Finanza, sono la chiave che permette di uscire da questo tunnel. Ok, anch’io devo dire che l’Italia non si può proprio vantare a livello mondiale per la propria gestione del denaro, ma come si può credere di uscire dalla crisi senza il mio aiuto? Mi sembra ovvio che né i cittadini, né gli stranieri guardino a me, Finanza, con ammirazione. Però se non mi lasciate lavorare, potrete scordarvi il futuro. Tagliare me, sarebbe come far fuori in un colpo solo mani e piedi, l’Italia ha bisogno di finanza”.

“Nella maniera più assoluta” tuonò il vicino in nero. “Completamente d’accordo” rincarò quello in bianco.

“Mi sembra palese” terminò l’uomo dorato.

L’uomo nudo ammiccò nuovamente verso gli altri tre, ottenendo i loro sorrisi soddisfatti, prima di prendere la parola.

“Io sono il figlio di Cultura, uno dei pochi rimasti”.

“La signore dov’è?”

“Molto malata, moribonda dopo gli ultimi tagli”.

“Povera sfortunata…”.

“Io, Cultura, sono al contrario di voi uno dei pochi vanti della nazione. Tra chi mi ha costruito ricordo Leonardo Da Vinci, Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, solo per citarne alcuni tra i più famosi. L’Italia può vantarsi con chi vuole per la propria cultura, difficilmente troverà un altro Paese che le tenga testa. Tutti, sia dentro sia fuori dai confini nazionali, guardano a me, Cultura, con ammirazione. Tagliare me, sarebbe come lasciare il corpo di una persona al proprio posto, risucchiandone dal dentro il pensiero, il cuore, l’anima”.

“Ma resterebbe il corpo per continuare a camminare avanti”.

“Non vedo dove sia l’utilità della cultura”.

“E poi, si sa, con la cultura non si mangia”.

L’uomo completamente nudo, non fece neanche in tempo a difendersi: oramai l’assemblea si era pronunciata e la decisione era stata presa.

“Credo che anche stavolta ci toccherà tagliare la cultura…”

“Ma, veramente, non c’è più niente da tagliare. Guardatemi! Sono nudo! Mi avete tolto tutto!” cercò di lamentarsi l’uomo, alzandosi in piedi per la disperazione e tentando di coprire le intimità con le mani.

“Beh veramente un’ultima cosa da tagliare ce l’avresti – puntualizzò il padron di casa – sposta quelle mani di lì, per cortesia”.

“Già, passatemi il coltellaccio” proseguì l’uomo vestito di bianco.

 “Ottima soluzione, così quantomeno non farà a sua volta dei figli da sfamare con la sua cultura…” disse quello in abiti d’oro.

I tre esplosero in una grassa risata.

Nonno Ciùe

0 Commenti:

Lasciateci entrare nei CIE